Le bottiglie da vino: Quali tipi?

Le bottiglie da vino: Quali tipi?

Le bottiglie da vino sono oggi il contenitore più utilizzato per custodire, trasportare e servire il vino a tavola, ma non sempre è stato così. L’impiego delle bottiglie di vetro è infatti abbastanza recente, se pensiamo al tempo in cui il vino, come prodotto della pigiatura delle uve e della sua maturazione, è comparso nella storia dell’uomo.

Perché il vetro è fondamentale per conservare il vino?

È all’incirca poco prima del 1700 che compaiono le prime bottiglie per vino di vetro colorato in forma simile alle nostre. Fino ad allora, infatti, il vetro era ritenuto un materiale troppo fragile da maneggiare e trasportare. Invece anfore vinarie in terracotta (ne abbiamo un esempio dai ritrovamenti di navi annonarie romane affondate) o otri in pelle di capretto rovesciata erano ritenute i contenitori ideali per un trasporto più sicuro. Dalle anfore, veniva spillato in caraffe per essere servito, poi si è cominciato a usare le bottiglie per imbottigliare vino e come modo per conservare il vino nelle cantine.

Negli anni il vetro è diventato il materiale per la conservazione del vino giudicata migliore.
Questo materiale, infatti, mantiene inalterato il gusto della bevanda, agisce come una barriera naturale che si contrappone alle possibili infiltrazioni microbiche e mantiene il liquido al suo interno nelle migliori condizioni.

Colore e spessore del vetro?

La particolare colorazione delle bottiglie in diverse tonalità di verde (ne esistono anche alcune marroni) è estremamente importante per evitare l’ossidazione, soprattutto se deve invecchiare: più il vetro è scuro, più il vino manterrà intatte le sue caratteristiche organolettiche.

Ecco perché si tende a utilizzare vetro verde scuro per vini rossi e vetro chiaro per i vini bianchi. Anche lo spessore della bottiglia è importante se deve contenere vini frizzanti: lo spessore previene infatti rotture o scoppi in fase di stoccaggio.

Com’è fatta una bottiglia da vino?

Una bottiglia sembra semplice da vedere, in realtà la sua struttura è suddivisa in parte specifiche, ognuna funzionale a una prestazione, perché anche servire il vino è un’arte. Una bottiglia da vino ha un anello, un collo, una spalla, un corpo e una base.

  • Anello

L’anello alla sommità veniva usato per ancorare il tappo della bottiglia tramite corde e fili di metallo o per sigillare meglio il tappo di sughero con la ceralacca. Oggi ha ancora una funzione di rinforzo quando si tappa il vino.

  • Collo

È la parte più stretta che consente la mescita funzionale del vino.

  • Spalla

Si tratta della parte del corpo della bottiglia che si restringe in modo più o meno accentuato a formare il collo.

  • Corpo

Rappresenta la parte più estesa della bottiglia che contiene la maggior parte del liquido.

  • Base

Infine la base o fondo della bottiglia ha a volte il fondo concavo per garantire maggiore solidità e resistenza: è tipico delle bottiglie di spumante che vengono rifermentate in bottiglia, per evitare che la pressione che si sviluppa all’interno le possa fare scoppiare prima del consumo

Quali tipi di bottiglie da vino?

Le bottiglie da vino non sono tutte uguali. La loro struttura può differire notevolmente l’una dall’altra in base al tipo di vino che contengono. Alcune forme di bottiglie di vino ad esempio sono alte e affusolate, altre sono più basse e “panciute”.

Ciascuna regione produttrice si caratterizza per una tipologia di vino tradizionale e i produttori locali di bottiglie hanno sviluppato nel tempo formati e colorazioni del vetro particolari, destinati a conservare quella specifica bevanda al meglio. Per questo motivo bottiglie legano la loro struttura alla regione di origine e ne mantengono quasi sempre il nome.

1. Bottiglia Bordolese

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La bottiglia Bordolese, prende il nome dalla zona circostante la città francese di Bordeaux, area di produzione dell’omonimo vino, ed è la bottiglia più diffusa in commercio. Ha il corpo cilindrico, la spalla molto pronunciata e il collo corto. L’altezza è di circa 30 cm, mentre la capacità e di 75 cl. Esistono anche versioni di Bordolese conica (con le spalle maggiormente pronunciate) e una variante detta Bordolese a spalla alta (o Bordolese Golia). È solitamente scura per i vini rossi mentre generalmente trasparente o verde chiaro per quelli bianchi. La spalla pronunciata della bottiglia aiuta la separazione di eventuali fondi accumulatisi nella bottiglia durante l’affinamento.

2. Bottiglia Bordolese a spalla alta

La Bordolese a spalla alta deriva dalla Bordolese standard ed è un’evoluzione estetica. Questa forma dona un’eleganza maggiore e quindi viene usata per vini bianchi e rossi di particolare pregio.

3. Bottiglia Borgognotta o Borgognona

La bottiglia Borgognotta prende il nome dalla regione francese della Borgogna, nota zona di produzione vinicola. Si tratta di una bottiglia dalla base pronunciata, caratterizzata da un corpo conico-cilindrico, spalla slanciata e collo lungo. L’altezza è di circa 31 cm e la capacità e di 75 cl. Viene utilizzata indifferentemente per vini bianchi e rossi.

4. Bottiglia Renana o Alsaziana

È ideale per la conservazione di vini bianchi. Ha la base poco pronunciata, il collo lungo con mancanza di spalla (dato che i vini che deve ospitare raramente presentano fecce o sedimenti), un’altezza di circa 35 cm e una capacità di 75 cl. Questo tipo di bottiglia proviene dall’area vinicola del Reno, in Germania, quella Alsaziana è leggermente più corta. In Italia l’Alsaziana è una bottiglia ideale da vini bianchi come il Gewürztraminer.

5. Bottiglia Albeisa

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Prende il nome dalla città piemontese di Alba, nelle Langhe, e per questo usata generalmente per la conservazione di vini rossi del Piemonte. Deriva come impostazione dalla bottiglia tradizionalmente usata in Borgogna e in Savoia. È una bottiglia dalla base pronunciata, corpo cilindrico, collo corto e spalla appena accennata. L’altezza è di 30 cm e la capacità di 75 cl. La bottiglia è scura per permettere un migliore affinamento del prodotto.

6. Bottiglia Champagnotta

Viene usata soprattutto per spumanti metodo classico o Champagne. Il suo vetro ha uno spessore maggiore in quanto deve resistere alla pressione esercitata dall’anidride carbonica disciolta nel vino. Inoltre l’imbocco è dotato di una scanalatura per l’ancoraggio del tappo a corona, indispensabile per fissare la tappatura provvisoria nella vinificazione con il metodo classico.

La sua forma si caratterizza per la base molto pronunciata, il corpo cilindrico, la spalla slanciata e il collo lungo. L’altezza può variare di molto in funzione della capacità: oltre alla capacità standard di 75 cl, esistono infatti dimensioni che variano dalla Mignonette di 20 cl a quelle con capacità di scala dei litri diverse (come ad esempio le Magnum da 1.5 litri, le Jéroboam da 3 litri, le Mathusalem da 6 litri… tutte grandi bottiglie fino alla Melchizèdech da 30 litri).

7. Bottiglia Champagne Cuvée

La cosiddetta bottiglia di champagne cuvée è una variante della precedente, con base più allargata e collo più lungo. Le ragioni sono principalmente estetiche. Viene usata per prodotti di elevata qualità, vini da regalare, grandi champagne e millesimati.

8. Bottiglia Marsalese

Viene utilizzata per la conservazione del Marsala. Il vetro è marrone scuro o nero e la forma – caratterizzata da spalle e collo pronunciati – ricorda quella tradizionale dei vini fortificati.

9. Bottiglia Pulcianella o Bocksbeutel

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Lega il suo nome a Montepulciano, città toscana in provincia di Siena, dalla grande tradizione vinicola. La forma ricorda il tipico fiasco, con base poco pronunciata, corpo panciuto di colore verde, spalla molto pronunciata e collo corto. L’altezza è generalmente di 20 cm, con capacità di 75 cl. All’estero è conosciuta come Bocksbeutel ma è poco diffusa, è usata per i vini rossi della Franconia o per alcuni fini frizzanti Portoghesi.

10. Bottiglia da Porto

È la bottiglia utilizzata per contenere l’omonimo vino liquoroso portoghese originario della zona di Oporto. Caratterizzata dalla forma bassa e tozza, dalle spalle pronunciate, viene spesso utilizzata anche per altri tipi di vini o liquori, come ad esempio il Madera o lo Sherry. Si presenta spesso con diverse tonalità di verde o marrone.

11. Bottiglia ad anfora

È la bottiglia tipica dei vini Côtes de Provence, originari della zona di produzione vinicola situata nella costa meridionale della Francia, nella regione storica della Provenza. In Italia viene usata dal consorzio del Verdicchio.

12. Fiasco toscano

Di grande formato e panciuta, è riservata ai vini IGT, DOC e DOCG  tipo Chianti. Ha una forma ellissoidale con un collo allungato rivestito con paglia o altro materiale vegetale.

Consigli per conservare il vino

Conclusioni

La denominazione e la forma delle bottiglie da vino affondano le loro origini nella notte dei tempi. Sono l’espressione di una cultura che i diversi produttori hanno tramandato di generazione in generazione, fino ai giorni nostri.

Nel corso del tempo il vetro è diventato il materiale migliore per conservare il vino. Questo materiale, infatti, mantiene inalterato il gusto della bevanda, agisce come una barriera naturale che si contrappone alle possibili infiltrazioni microbiche e conserva il vino al suo interno nelle migliori condizioni. In questo articolo abbiamo svelato alcuni segreti delle bottiglie più diffuse.


Domande frequenti

🍷 Perché le bottiglie di vino hanno diverse forme?

Come il vino ha caratteristiche sempre diverse, così le bottiglie che lo contengono: differenti tradizioni, mode e necessità tecniche hanno portato a differenti soluzioni e formati delle bottiglie da vino.

🍷 Perché le bottiglie di vino sono da 75 cl?

In origine, le bottiglie erano fatte da soffiatori di vetro. La loro forza polmonare era ovviamente limitata e permetteva di creare solo bottiglie fino a 65-70 cl. Così decisero di usare la più grande tra quelle, che si avvicina allo standard della bottiglia da 75 cl. Questa però è più una storia di folklore.

In realtà questo formato ha origine da una direttiva europea del 19 dicembre 1974, quando venne promulgata la direttiva 75/106/CEE relativa al pre-condizionamento in volume di alcuni liquidi in imballaggi preconfezionati. In pratica quella Direttiva Europea (oggi abrogata e sostituita da un altro regolamento) decretò che il vino poteva essere messo in commercio soltanto in recipienti da 25 o 37,5 o 50 o 75 cl. Quest’ultimo risultò il più comodo sia per il produttore che per il cliente finale.

🍷 Perché le bottiglie di vino hanno il fondo che rientra?

Ci sono varie ipotesi. La più accreditata ritiene che il fondo fatto in questo modo (a “campana”) consente di raccogliere i depositi del vino. Probabilmente però questo tipologia di bottiglia è nata per lo champagne: garantisce infatti anche una maggiore resistenza meccanica. Infatti, il fondo a campana poteva essere realizzato con un vetro più sottile resistendo ugualmente alla pressione dei gas contenuti nello champagne.

L’ipotesi più fantasiosa sostiene che in questo modo sia più facile impugnare la bottiglia. Si può infatti inserire il pollice, utilizzando il resto delle dita per mantenere la presa salda.

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